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Silent Hill 2 - Recensione - La moglie la nebbia e il grande incubo

Un lungo incubo da maestri del genere

Silent Hill 2 Remake poteva essere un disastro e per certi versi si era presentato come un tetro presagio. Contro ogni aspettativa e statistica dell’industria, dove cose troppo belle per essere vere si rivelano delle sole e quelle troppo brutte per essere vere si confermano tali, Bloober Team estrae un Pyramid Head dal cilindro e Silent Hill 2 Remake si consegna ai giocatori come uno dei migliori titoli del 2024, nonché una straordinaria reinvenzione di un classico del survival horror.

A oggi la mia sacra trinità del survival horror si compone di tre grandi titoli: Alan Wake 2, Silent Hill 2 Remake e Resident Evil 2 Remake

Alan Wake 2 è il sequel di un titolo molto travagliato che, nonostante qualche limite, alza l’asticella del genere e diventa un cult. 

Resident Evil 2 Remake avvia ufficialmente la febbre dei remake. Un titolo inaspettato che riporta Capcom a essere CapGod e come fosse una Treccani del gaming da una definizione di remake. 

Silent Hill 2 Remake è un’opera inedita nel panorama videoludico del recente passato. Nessun horror vive con l’accezione di Silent Hill 2. Nessun survival, partendo dal concept classico creato da Alone in the Dark ed evoluto da Resident Evil (1996), riesce con una forte identità a migliorare certe meccaniche e definirsi nel panorama come qualcosa di inimitato e inimitabile. 

In questa chiacchiera vi parlo, dopo ricche 19 ore di gioco, di Silent Hill 2 Remake in ogni suo aspetto, cercando di definire (SENZA SPOILER) cosa lo rende grandioso e perché dovreste giocarlo.