La recensione di Hellblade 2

Di cosa parliamo quando parliamo di Hellblade 2

Questa settimana è davvero sagra, perché nemmeno il tempo di far uscire l’Ep 087 di L’Arcade che vi piazzo anche una recensione. 

Come potevo non parlare di Hellblade 2?
Come si può parlare adeguatamente di Hellblade 2? 

È un grosso casino perché, come canterebbe Ligabue se fosse un giovincello, siamo quelli tra meme e realtà… state cantando, dite la verità!

Copertina della recensione

Questo momento di poesia mi sorge perché molto spesso la cultura di internet si fonde al gergo di quelle che dovrebbero essere testate professionali e nel marasma di informazioni si intersecano realtà su realtà che creano paradossi esistenziali e logici. 

Ci avete capito qualcosa?
Beati voi!

Quello che cerco di dire è che spesso si usa un termine aberrante come “walking simulator” e lo si impasta con una mal riposta interpretazione del concetto di giochi “story driven”, facendo un pappone senza senso. 

Nel mezzo si muovono aspettative inarrivabili e improvvisamente qualcuno critica Hellblade 2 perché non è come God of War, mentre altri lo lodano come capolavoro assoluto presi da febbrili rivelazioni sospinte dal vento. 

Chi vi parla invece cerca di trovare una quadra a Hellblade 2 per poi costruire la propria tesi riguardo cosa funziona e cosa non funziona. Per l’occasione trasformo la recensione in una lunga chiacchiera da giocatore a giocatore. 

Spero il viaggio sia di vostro gradimento.