- Arcade Coffee
- Posts
- IGN e il monopolio della critica videoludica
IGN e il monopolio della critica videoludica
Pericoli e alternative
Negli scorsi giorni si è parlato dell’acquisizione di Gamer Network da parte di IGN. Il gruppo inglese include pubblicazioni quali: Gamesindutry.biz, Eurogamer, Rock Paper Shotgun, VG247 e Dicebreaker. Inoltre, il gruppo ha quote di Nintendo Life e Digital Foundry.
Come avviene di consueto, sono stati già annunciati dei licenziamenti.
Quello che mi preme discutere però è la situazione che si viene a creare dopo questa acquisizione: una sorta di monopolio dell’informazione videoludica.
È un male?
Una gestione corporate dell’informazione potrebbe creare una macchia uniforme dove la critica diventa sempre più impostata e meno aperta a realtà editoriali libere di creare una propria impronta. Solitamente in queste acquisizioni i primi a cadere sono proprio i personaggi che guidano le redazioni e sembra che diversi editor di Rock Paper Shotgun e Gamesindustry.biz siano stati già licenziati. .

Dall’articolo di The Verge
Il pericolo che le logiche del gigante editoriale possano inquinare le singole realtà è più che tangibile. Anche nel nostro paese abbiamo già visto come l’antiquato modello di sostentamento economico dei grandi siti (basato sulle pubblicità), abbia eroso la fiducia dei lettori e la voglia di certi redattori storici di continuare a far parte della macchina.
FinalRound, progetto di Fossa e Mottura, è una delle realtà editoriali di critica videoludica più fresche presenti in Italia. Il sito è meravigliosamente leggibile e, guarda caso, ha la pretesa, assurda, di parlare di videogames e non della morte della regina o dell’ultima news acchiappa click legata a qualsiasi argomento generi traffico.
Senza contare che non vive della virtuosa illusione di trincerarsi dietro la parola scritta come unico mezzo utile per parlare di gaming, con la convinzione di salvaguardare eroicamente un forte culturale.
FinalRound ha ambizione: il podcast; il canale Twitch; ma soprattutto la voglia di investire in progetti documentaristici per parlare di gaming con un tono alternativo.
La logica corporate di IGN sembra un po’ quella del gigante che schiaccia i piccoli, cercando di livellare la concorrenza e uniformare l’offerta dell’informazione.
Fortunatamente sembra esistere un manipolo di eroi alla ricerca di una via alternativa e alcuni ex redattori di Kotaku hanno creato Aftermath. Il sito è prima di tutto di loro proprietà, quindi non legato a gruppi terzi, e cerca sostentamento direttamente dai lettori: un po’ come il New York Time o Il Post. Inoltre hanno già programmato un podcast e una presenza regolare su Twitch, seguendo sostanzialmente una formula più aderente al presente e vicina a FinalRound.
Per quanto mi riguarda il futuro è in gruppi indipendenti capaci di vivere assecondando una visione editoriale che li descrive. Credo fortemente che si debba un po’ tornare indietro alle pubblicazioni eccentriche, fatte di penne e personaggi dalla presenza importante ai quali viene dato spazio di espressione attraverso diversi medium: parola scritta; presenza video; podcast.
IGN e i grossi gruppi corporate sono i supermercati dell’informazione e dell’intrattenimento. Potrebbero continuare a proliferare per molto tempo ma la qualità e la freschezza dei loro prodotti sarà sempre molto discutibile.