Dungeons of Hinterberg - Recensione

Dungeons of Hinterberg era uno dei titoli che più aspettavo del 2024 e, con mia piacevole sorpresa, non ne sono rimasto per nulla deluso. Anzi, l’opera di Microbird Games è riuscita a catturarmi come poche: era da Tears of the Kingdom e Alan Wake 2 che non mi appassionavo con tanto fervore nel giocare una nuova uscita. 

Lungo le 19 ore che ho speso nel completare il titolo sono tornato un po’ ragazzo. Mi sono sentito ancora una volta sul divano del mio salotto impegnato a scoprire le meraviglie dei mondi immaginati dai game designer più ispirati. Ho ritrovato le migliori sensazioni che mi sanno dare uno Zelda o un ottimo action-adventure (e non sono così tanti), ritrovando il genuino sapore del videogiocare. 

Dungeons of Hinterberg è un po’ la cura per un panorama videoludico che nel mescolare i generi da spesso vita a opere imbottite fino alla nausea di contenuti ripetitivi, spalmati per ore di gameplay su concept mal bilanciati e disonesti verso il tempo dello spettatore. 

I ragazzi di Microbird Games hanno costruito un titolo essenziale che ha saputo prendere il meglio delle opere seminali alle quali si ispira. 

Ve ne parlo qui.