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Ci siamo dimenticati di Assassin’s Creed Hexe!!!

Una magia per cambiare Ubisoft?

In questi giorni è stato alquanto inevitabile parlare di Assassin’s Creed Shadows. L’ultima, travagliata, fatica di Ubisoft è sembrata un po’ come l’ago della bilancia del futuro della compagnia francese. 

Per chi si fosse distratto, ecco un Recappone Espresso senza zucchero!

Nel recente passato Ubisoft è riuscita a inanellare una serie di flop commerciali parte di una pratica e filosofia aziendale sgradita al pubblico ma, in particolare, agli investitori. La gestione di Skull and Bones è stata ai limiti della barzelletta per un titolo definito come “quadrupla A”, che non ha impressionato utenza e critica. Star Wars: Outlaws ha deluso le aspettative e si è presentato con tutti i marchi di fabbrica che hanno contraddistinto la Ubisoft del recente passato: approssimativo in ogni meccanica di gameplay; buggato; e sostanzialmente lo spreco di una grande licenza. 

Qualcuno ha detto Avatar?
Non lo ricorda nessuno! 

Ubisoft è sgradita agli investitori per una logica interna particolarmente scellerata della gestione delle IP e dei talenti. I ruoli di potere sono cosa di famiglia: amici di amici, cugini di cugini, boys club e spacconerie varie dominano il management. Il risultato è riscontrabile da anni di opere svogliate e che, inoltre, portano con loro una certezza: non compratelo al day one, tanto tra poche settimane o mesi è in saldo a metà prezzo. 

Ci sarebbe molto altro da raccontare degli sragionamenti di Ubisoft, come l’impresentabile Remake di Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo, o il povero Prince of Persia: The Lost Crown che, nonostante rappresenti una delle migliori opere della casa da diversi anni a questa parte, non è stato supportato dalla comunicazione e abbandonato a se stesso. 

Ubisoft, dopo il fallimento di Outlaws, si è trovata con le azioni in crollo verticale, gli investitori furiosi e pronti alla guerra e papà Tencent, colosso cinese che possiede parte dell’azienda e vorrebbe acquisirla da anni, pronto a metterci una pezza o esercitare tutte le leve a sua disposizione per prendersi Ubisoft, pensionare la famiglia Guillemot (a capo dell’azienda), e ristrutturare la baracca. 

In questo disastro, Assassin’s Creed Shadows sembrava l’ultima speranza di redenzione o risalita per Ubisoft ma, in tutta franchezza, l’aspettativa è un po’ mal riposta. 

I motivi sono, per me, due. 

Il primo: l’opera è stata corretta in corsa e le pratiche peggiori di Ubisoft non possono essere riviste profondamente a così stretto giro dal lancio. Hanno fatto quanto possibile, ma il risultato non poteva in nessuna capacità far gridare al miracolo. 

Il secondo: il management di Ubisoft rimane quello e l’unica speranza di vedere un possibile cambiamento può avvenire con titoli ancora in sviluppo e pratiche nel lungo periodo. 

Apro una breve parentesi. Da quanto ho compreso della situazione, non credo Ubisoft sia a rischio fallimento, ma piuttosto si possono aprire due scenari: l’acquisizione di alcune delle maggiori IP da parte di Sony, Microsoft o altre realtà del gaming per cercare di ristrutturare i piani futuri dell’azienda; oppure cedere a Tencent, salutare i Guillemot e assistere alla ristrutturazione totale dell’organico Ubisoft, perché il punto è che tutti gli investitori vogliono la famiglia francese lontana da qualsiasi ruolo con potere decisionale. 

Torniamo però a noi e al ragionamento appena concluso: Assassin’s Creed Shadows, indipendentemente dal grado di successo che sta avendo o avrà, non determina molto. 

Perché?
Beh ci siamo dimenticati un po’ tutti di Assassin’s Creed Hexe

Il titolo è ancora in sviluppo e al momento sappiamo poco, ma è tutto molto intrigante. 

Le dichiarazioni ufficiali del Vice Presidente della saga e Produttore Esecutivo di Hexe, Marc-Alexis Côté, presentano un titolo molto differente dal passato. Il team di Ubisoft Montreal starebbe lavorando su un capitolo dalle tinte orrorifiche ambientato nell’Europa centrale all’epoca del Sacro Romano Impero. 

Insider Gaming riporta invece che il titolo dovrebbe uscire nel corso del 2026 e il gameplay sarà strutturato su un’esperienza molto più lineare. Elsa, la protagonista dotata di abilità soprannaturali, dovrebbe permettere al giocatore di muoversi sempre grazie a dinamiche open-world, ma ricordando più le logiche dei primi capitoli della saga. 

Hexe dovrebbe impiegare anche una forma evoluta del Fear System sperimentato dal DLC di Assassin’s Creed Syndicate dedicato a Jack lo Squartatore. Al momento non ci sono dettagli riguardo le meccaniche di tale sistema, anche se risulta chiara la voglia di offrire ai giocatori un titolo molto più circoscritto. Marc-Alexis Côté nel 2022 aveva dichiarato a IGN che “non tutto deve essere un RPG da 150 ore, giusto?” 

Sembra che la direzione artistica di Assassin’s Creed Hexe sia nelle mani Clint Hocking, game designer e penna di Splinter Cell (2002) e successivamente Director di Chaos Theory, Far Cry 2 (per i quali ha scritto anche la sceneggiatura) e Watch Dogs: Legion.  

Cosa ci dice tutto questo di Ubisoft e perché è importante che ci ricordiamo di Assassin’s Creed Hexe

Due motivi due.
Mi piace siano due. 

Il primo: la sopracitata questione pratica e di tempistiche. 

Un eventuale cambiamento o ripresa gestionale e artistica di Ubisoft non può essere basata su un titolo come Assassin’s Creed Shadows che, guardando ai fatti, è stato rinviato e ripulito più volte a ridosso della data di lancio. 

La casa francese è corsa ai ripari dopo il fallimento di Star Wars Outlaws e le relative conseguenze finanziarie, ma a quel punto la quasi totalità di Shadows era bella che pronta e quanto rimaneva possibile limare era una superficie che non poteva cambiare l’architettura totale del gioco. 

Assassin’s Creed Hexe è invece un progetto che, in teoria, ha tutto il tempo per beneficiare di una nuova filosofia.

Qui arriviamo al secondo motivo: un gioco diverso!

Assassin’s Creed Hexe sembra tematicamente e strutturalmente diverso da tutto quello che Assassin’s Creed e Ubisoft sono diventate da diversi anni. Il titolo si presenta come qualcosa di più piccolo, circoscritto, lontano dalla voglia di imbrigliare il giocatore per ore in un loop alienante di un mondo casualone e voglioso di vendere roba all’utenza. 

Prendiamo in esame anche Clint Hocking, il suo Director

Far Cry 2, per chi parla, è stato un titolo che per molti versi ha fallito nel re-inventare la saga. Tuttavia trovo che senza quella voglia di sperimentare nuove idee, molte delle quali riuscite e divenute di ispirazione per l’industria tutta, non sarebbe mai esistito Far Cry 3; titolo che ha davvero cambiato l’open-world e ispirato molti altri ad abbracciare un “open-world in stile Ubisoft.” 

In Far Cry 2 ci sono i tratti migliori di Ubisoft.

Watch Dogs: Legion è invece per me un disastro. Il segno di una casa che con un concept geniale, quello di poter reclutare e giocare qualsiasi NPC dotato di proprie caratteristiche, si spreca poi in un mondo di gioco abbozzato, poco ispirato e spesso anche tecnicamente rivedibile. Il titolo per certi versi mostra l’abbandono delle cose migliori e la voglia di abbracciare le derive peggiori. 

Credo che Clint Hocking possa a questo punto mediare, fare un passo indietro e con Hexe consegnare all’utenza una Ubisoft più centrata e ispirata nel cercare nuovi concept. Magari un titolo con una o più mappe open degne di Assassin’s Creed 2 (piene di dettagli, curate e vibranti) ma una ricerca delle meccaniche di gameplay diversa, nuova e funzionale a una narrazione lineare che possa garantire 20/30 solide e divertenti ore di gameplay. 

Hexe è la produzione che abbiamo un po’ dimenticato di considerare nell’equazione di Ubisoft e che forse dovremmo invece rivalutare.